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PER DOVERE DI CRONACA
Perchè il mondo in cui viviamo incide notevolmente su ciò che siamo. LINK: http://www.youtube.com/watch?v=IC8zH5dkslY&feature=related
ultime per chi vuole cambiar vita: www.voglioviverecosì.com
schegge dalle nostre edicole:
COSE DI CASA NOSTRA!
WI-FI: LA MORTE INVISIBILE CHE STA DISTRUGGENDO LE NUOVE GENERAZIONI
Un giro economico più che miliardario, legato ai settori in piena crescita della telefonia e della tecnologia wireless in genere, monopolizza infatti l’informazione, impedendo che si sappia a livello di massa un’inquietante verità: l’esposizione alle radiazioni di microonde a basso livello (Wi-Fi) è causa conclamata di irreversibili danni cerebrali, cancro, malformazioni, aborti spontanei, alterazioni della crescita ossea. E la fascia di popolazione più a rischio è rappresentata in assoluto dai bambini e dalle donne.
Gli effetti biologici non solo pericolosi, ma letali di questa tecnologia sono stati abilmente tenuti nascosti al pubblico per preservare i lauti profitti delle aziende ….
Come ha dimostrato il Professor John Goldsmith, consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in Epidemiologia e Scienze della Comunicazione, l’esposizione alle radiazioni di microonde Wi-Fi è diventata ormai la prima causa di aborti spontanei: addirittura nel 47,7% dei casi di esposizione a queste radiazioni, i casi di aborto spontaneo si verificano entro la settima settimana di gravidanza. E il livello di irraggiamento incidente sulle donne in esame partiva da cinque microwatt per centimetro quadrato. Un tale livello potrebbe sembrare privo di senso per un non scienziato, ma diventa però più significativo se diciamo che è al di sotto di quello che la maggior parte delle studentesse riceve in un’aula dotata di trasmettitori Wi-Fi, a partire dall’età di circa cinque anni in su.
Il dato ancora più allarmante è che nei bambini l’assorbimento di microonde può essere dieci volte superiore rispetto agli adulti, semplicemente perché il tessuto celebrale e il midollo osseo di un bambino hanno proprietà di conducibilità elettrica diverse da quelle degli adulti a causa del maggiore contenuto di acqua. L’esposizione a microonde a basso livello permanente può indurre ‘stress’ cronico ossidativo e nitrosativo e quindi danneggiare i mitocondri cellulari (mitocondriopatia). Questo ‘stress’ può causare danni irreversibili al DNA mitocondriale (esso è dieci volte più sensibile allo stress ossidativo e nitrosativo del DNA nel nucleo della cellula). Il DNA mitocondriale non è riparabile a causa del suo basso contenuto di proteine istoniche, pertanto eventuali danni (genetici o altro) si possono trasmettere a tutte le generazioni successive attraverso la linea materna.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato questi rischi in un documento di 350 pagine noto come “International Symposium Research Agreement No. 05-609-04” (“Effetti biologici e danni alla salute dalle radiazioni a microonde – Effetti biologici, la salute e la mortalità in eccesso da irradiazione artificiale di microonde a radio frequenza”). La sezione 28 tratta in modo specifico i problemi riguardanti la funzione riproduttiva. Questo documento è stato classificato ‘Top Secret’ e i suoi contenuti celati dall’OMS e dall’ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection – Commissione Internazionale per la Protezione dalla Radiazione Non-Ionizzante).
Da un ottimo articolo di Barrie Trower pubblicato dall’edizione italiana della rivista Nexus, apprendiamo quali sono i rischi principali per i bambini esposti all’uso di cellulari e a tecnologie Wi-Fi:
L’irradiazione di microonde a bassi livelli influenza i processi biologici che danneggiano la crescita fetale. Non solo: gli stessi processi biologici sono coinvolti per:
- Barriera Ematoencefalica: si forma in 18 mesi e protegge il cervello dalle tossine. Si sa che viene alterata. – Guaina Mielinica: ci vogliono 22 anni perché si formino i 122 strati di cui è composta. E’ responsabile di tutti i processi cerebrali, organici e muscolari. – Cervello: ci vogliono 20 anni perché si sviluppi (vi assicuro che i cellulari non lo aiutano in questo). – Sistema Immunitario: ci vogliono 18 anni perché si sviluppi. Il midollo osseo e la densità ossea sono notoriamente influenzati dalle microonde a bassi livelli come pure i globuli bianchi del sistema immunitario. – Ossa: ci vogliono 28 anni per lo sviluppo completo. Come menzionato, il grande contenuto di acqua nei bambini rende sia le ‘ossa molli’ che il midollo particolarmente attraenti per l’irradiazione con microonde. Il midollo osseo produce le cellule del sangue.
Chiaramente, quelli che decidono per noi stanno sottovalutando una pandemia di malattie infantili finora sconosciuta nelle nostre 40.000 generazioni di civiltà, che può coinvolgere più di una metà delle mamme/bambini irraggiati al mondo.
Alla luce di questi dati allarmanti e delle previsioni di molti scienziati secondo i quali, se proseguirà con questo ritmo la diffusione incontrollata dei sistemi Wi-Fi, entro il 2020 il cancro e le mutazioni genetiche saranno diffusi in tutto il mondo a livello pandemico, molti paesi stanno fortunatamente correndo ai ripari, varando leggi che limitano per i bambini l’uso dei cellulari e rimuovendo dalle aule scolastiche i dispositivi wireless.
Il Comitato Nazionale Russo per la Protezione dalle Radiazioni NON-Ionizzanti, in un proprio documento di ricerca intitolato “Effetti sulla salute dei bambini e adolescenti” ha evidenziato nei bambini esposti a queste radiazioni:
1) 85% di aumento delle malattie del Sistema Nervoso Centrale; 2) 36% di aumento dell’epilessia; 3) 11% di aumento di ritardo mentale; 4) 82% di aumento di malattie immunitarie e rischio per il feto.
E nel 2002, 36.000 medici e scienziati di tutto il mondo hanno firmato l’ “Appello di Friburgo”. Dopo dieci anni, l’Appello è stato rilanciato e mette in guardia in particolare contro l’uso del Wi-Fi e l’irradiazione di bambini, adolescenti e donne incinte. Quello di Friburgo è un appello di autorevoli medici internazionali che in Italia ha purtroppo trovato scarso ascolto.
E allora che fare? Come proteggere noi stessi, e soprattutto i nostri bambini, da questa letale minaccia
Dieci consigli pratici:
1) Non fare usare i telefoni cellulari ai bambini, se non in caso di emergenza. Tollerati gli SMS, ma è meglio ridurre anche quelli. In Francia, non a caso è stata vietata la pubblicità dei telefoni cellulari rivolta ai minori di 14 anni;
2) Utilizzare sempre gli auricolari con cavo (non quelli wireless). Anche l’uso del vivavoce è consigliabile;
3) In caso di presenza di poca rete o di mancanza di campo, non effettuare chiamate. In questi casi sarà necessaria più potenza radiante, con conseguenti maggiori radiazioni;
4) Usare il cellulare meno possibile in movimento, come ad esempio in treno e in automobile. Il rischio costante di diminuzione del segnale aumenta in questi casi l’emissione di radiazioni;
5) Non tenete il cellulare vicino all’orecchio o vicino alla testa in fase di chiamata, quando le radiazioni sono più forti. Fatelo semmai dopo aver atteso la risposta;
6) Non tenete il cellulare in tasca dei pantaloni, nel taschino della camicia o nella giacca che indossate;
7) Cambiate spesso orecchio durante la conversazione e, soprattutto, riducete la durata delle chiamate;
8) Utilizzate il più possibile, quando potete farlo, la linea fissa non wireless, oppure strumenti di instant messaging come Skype o similari;
9) Non addormentatevi mai con il cellulare vicino alla testa, ad esempio usandolo come sveglia;
10) Scegliete sempre modelli che abbiano un basso valore di SAR (tasso di assorbimento specifico delle radiazioni).
… se proprio dovete utilizzare un cellulare per comunicare con il mondo che vi circonda, evitate di usare gli smartphone. Sono in assoluto i più pericolosi!
ANSA/ SALUTE:
STUDIO; LAPTOP WIFI IN GREMBO DANNEGGIA SPERMA
Lavorare con un laptop in collegamento wi-fi sulle gambe potrebbe mettere a rischio le chance di un uomo di diventare papà: getta l’allarme uno studio condotto in Argentina e negli Stati Uniti che punta i riflettori sulle radizioni emesse dalle reti senza fili. La ricerca, pubblicata sulla rivista Fertility and Sterility, e’ importante perchè va contro precedenti preoccupazioni che avevano collegato casi di sterilità maschile al calore emesso dal laptop usato in equilibrio sulle gambe. Lo studio ha preso in esame lo sperma di 29 uomini tra i 26 e i 45 anni, parte del quale e’ stato esposto per quattro ore a frequenze wireless analoghe a quelle di un portatile tenuto in grembo. Alla fine
dell’esperimento il 25 per cento dello sperma esposto al wi-fi aveva smesso di muoversi mentre il nove per cento aveva mostrato danni al Dna. In confronto solo il 14 per cento dei campioni tenuti lontani dal wi-fi aveva perso mobilità mentre i danni al Dna avevano riguardato solo il tre per cento dei campioni. Un test separato che ha preso in esame un laptop connesso a internet via cavo ha prodotto danni irrilevanti allo sperma. La connessione wireless è dunque sul banco degli imputati perchè crea radiazioni elettromagnetiche che possono danneggiare il seme, hanno concluso i ricercatori. ”I dati suggeriscono che l’uso di un portatile connesso al wi-fi e posizionato vicino agli organi riproduttivi maschili può diminuire la qualità dello sperma, ha ipotizzato Conrado Avendano, della Nascentis medicina Reproductiva di Cordoba: ”Al momento però non sappiamo se questo effetto e’ provocato da tutti i computer con connessione wireless o quali condizioni di uso ne aumentano le conseguenze”. Una prudenza altamente giustificata secondo altri ricercatori: Allan Pacey, un esperto citato dalla Bbc, ha osservato che lo sperma usato nei campioni di laboratorio ”è diverso da quello nel corpo prima dell’eiaculazione che a sua volta e’ protetto da altre cellule, tessuti e fluidi dell’organismo”. Secondo Pacey ”è troppo presto per stabilire con certezza che dopo quattro ore di wi-fi un uomo rischia di restare sterile”. La scoperta tuttavia ha alimentato preoccupazioni sollevate da altri studi: ricercatori canadesi hanno messo di recente in allarme che le radiazioni prodotte dai telefoni cellulari hanno indebolito lo sperma in test di laboratorio.
Wi-fi nei treni è dannoso …
Esposto del Codacons: l’esposizione alle onde elettromagnetiche supera di molto i limiti fissati dalla legge
ESPOSTO – Il Codacons ha presentato un esposto alle Procure di Roma, Milano, Torino, Bologna e Firenze, ai Ministeri dell’Ambiente e della Salute e all’Arpa, chiedendo di disporre la disattivazione del wi-fi su tutti i treni nelle tratte in cui vengono superati complessivamente i limiti fissati dalla legge, e qualsiasi altro intervento per il rispetto delle soglie massime all’esposizione magnetica ed elettromagnetica. L’associazione ha inviato la perizia anche a Trenitalia e Ntv, per consentire alle due società di presentare osservazioni.
INDAGINE – Le misurazioni, spiega il Codacons, sono state eseguite sul treno 9655 Frecciarossa delle ore 19 in servizio tra Milano e Roma e sul treno Italo 9940 delle ore 13,55 in servizio tra Roma-Ostiense e Milano-Porta Garibaldi. Sul primo le misurazioni avrebbero registrato un superamento del 60,4% dei limiti fissati per legge. Sul secondo i limiti invece sarebbero stati superati del 272%.
Il Codacons conclude che cioè è ancora più gravi se si considerano i limiti previsti dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC): i valori sul treno Frecciarossa farebbero registrare un superamento dei limiti del 588%, mentre per il treno Italo si arriverebbe addirittura a un +6.800%.
Fonte: corriere.it
ho trovato questo:
MISURARE L’ELETTROMAGNETISMO CON UN’APP ?
Ecco come scoprire i campi elettromagnetici con il proprio telefono, scaricando l’app EMF meter un’app che misura la quantità di campi elettromagnetici misurati in milliGauss (mg) o microTesla (UT).Il telefono viene fornito con un sensore magnetico built-in in grado di misurare i campi magnetici a tre assi. EMF Meter è in grado di leggere tali valori.
Barrie Trower:I Danni del Wifi/Phone - Armi Psicotroniche,Scalari -
Pubblicato in data 16/dic/2012
Infos: http://lagrandeopera.blogspot.it/
Essi
possono indurre dolore e malattia ovunque nel corpo, persino attacchi di cuore
ed ogni forma di cancro.
Possono controllare la tua mente leggendo i tuoi pensieri, trasformandoli,
spiando la tua memoria, trasformarla o cancellarla. Possono controllare da
remoto un essere umano totalmente senza che l'individuo bersagliato ne sia a
conoscenza. Le persone possono essere programmate per essere una video camera
vivente, una macchina per uccidere o una macchina sessuale. E' facile fare
sentire voci alle persone nei loro crani. V2K non è una malattia mentale ma il
risultato della moderna tecnologia. Le radiazioni del telefono cellulare e del
wireless internet non danneggiano solamente noi, i nostri bambini e la natura
ma persino le future generazioni in un modo talmente orribile che in tre
generazioni molte donne avranno perso la loro fertilità.
STUDI ANSES: NEL DUBBIO BISOGNA LIMITARE L’ESPOSIZIONE ALLE ONDE WI-FI – Intanto 16 esperti dell’ANSES –Anses – Agence nationale de sécurité sanitaire
I campi elettromagnetici artificiali sono in grado di interagire negativamente con i processi biologici fondamentali nell’organismo umano. Come sostiene l’esperto di tecnologie militari Barry Trower, un oceano invisibile di onde elettromagnetiche, di onde radio, di frequenze radar e di trasmissioni televisive, di stazioni radiobase, di reti intelligenti e di cavi elettrici aerei sommerge tutto quanto: edifici, elettrodomestici, pioggia, neve, vetro. Le onde elettromagnetiche sono veicolate dal particolato conduttivo deliberatamente disperso nella biosfera da aerei civili e militari…
Le microonde sono particolarmente dannose poiché attraversano la barriera emato-encefalica [Electronics Australia Magazine Feb/00]. Con un decimillesimo di watt, la barriera emato-encefalica si apre e le proteine del sangue all’interno interrompono segnali del cervello ed iniziano ad uccidere le cellule cerebrali. Un telefono cellulare trasmette tipicamente a 2 watt. Dopo soltanto due minuti di impiego d’un telefono cellulare o seduti vicino a un router Wireless oppure ad un notebook collegato in Wireless o ad un telefono senza fili, si altera l’attività elettrica degli ioni calcio nella barriera emato-encefalica. In questo modo le proteine e le tossine del sangue entrano nel cervello. Il Dr. Leif Salford ha trovato un “numero impressionante di cellule neuronali morte”, in conseguenza di una singola chiamata al cellulare.
si determinano difficoltà di concentrazione, perdita di memoria, comportamento aggressivo, invecchiamento accelerato, una ridotta capacità di apprendimento e la demenza, il morbo di Alzheimer ad esordio precoce, il Parkinson, fibromialgia, sclerosi multipla e gliomi (tumori cerebrali).
“Esiste una forte evidenza che le microonde sono associate all’invecchiamento accelerato (morte cellulare e cancro) depressione, suicidio, impeti di collera, violenza, in primo luogo attraverso l’alterazione dell’equilibrio degli ioni di calcio nelle cellule e lo squilibrio della melatonina nonché della serotonina”, scrive il ricercatore neozelandese, Dr. Neil Cherry, esperto in elettrosmog.
“I bambini che sono stati esposti a telefoni cellulari prima e/o dopo la nascita tendevano ad avere una maggiore prevalenza di sintomi emotivi, problemi comportamentali, disattenzione, iperattività e problemi con i coetanei”, spiega il Professor Kjell Mild, svedese, esperto in elettrosmog. I bambini e gli adolescenti hanno cinque volte più probabilità di sviluppare il cancro al cervello (gliomi ed astrocitomi), se usano i telefoni cellulari. 250.000 Svedesi sono oggi invalidi a causa di malattie collegate alle microonde.
Sulla base dall’allarme di Friburgo, il Rapporto di “BioInitiative” denuncia che 165 milioni di Europei soffrono di disturbi cerebrali: il Consiglio europeo ha stabilito che i telefoni cellulari ed i computers con connessione wireless ad Internet rappresentano un serio rischio per la salute umana. Nel maggio 2011, il Consiglio d’Europa ha iniziato a rimuovere tutti i dispositivi Wi-Fi dalle scuole. [Reuters 4 settembre / 11; Telegraph 24 maggio / 11]
In Italia il Professor Angelo Gino Levis, già docente ordinario di Mutagenesi ambientale, presso l’Università di Padova, si sofferma nel suo articolo, intitolato “Psicosi o vere patologie? Malattie da elettrosmog”, sui danni arrecati all’organismo dai campi elettrodinamici irradiati da elettrodomestici, ma soprattutto da elettrodotti, cellulari, telefoni senza filo, ripetitori della telefonia mobile (antenne e stazioni radio-base) e hot spot wireless. Il Professor Levis elenca le principali sintomatologie connesse all’irradiazione di onde elettromagnetiche: sintomi cutanei (prurito, eritemi, allergie); del sistema nervoso (disturbi del sonno, ansia, cefalee, emicranie, sindromi depressive…); del sistema muscolare (crampi, dolori muscolari, astenia); del sistema cardiovascolare (aritmie, disturbi della pressione arteriosa, ictus); del sistema ormonale e di quello immunitario (riduzione della sintesi della melatonina, alterazioni delle popolazioni linfocitarie); del sistema riproduttivo (aborti spontanei); del sistema acustico (tinniti), visivo, olfattivo, digestivo.
Le cose non stanno migliorando. Mentre le nazioni dell’Unione europea cominciano a promulgare delle norme per ridurre l’esposizione alle sorgenti wireless (eccetto l’Italia, n.d.t.) sulla scorta dello studio condotto da “BioInitiative”, il lancio globale del wireless per i contatori intelligenti (l’autore si riferisce all’Energy box, n.d.t.) e le loro reti di supporto a microonde rischiano di spingere i livelli di esposizione di là da ogni sopportazione umana. [Tyee 9 agosto /2011]
L’esposizione a radiazioni a microonde ed onde radio, provenienti da questi contatori, è involontaria e costante. Infatti, a differenza dei telefoni cellulari e di altri apparecchi wireless, non è possibile disattivare i contatori intelligenti. Questi apparati emettono frequenze pericolose quasi ininterrottamente, giorno e notte, sette giorni su sette. Esiste un programma per l’installazione di 603 milioni di contatori intelligenti in tutto il mondo: nel corso dei prossimi cinque anni aumenterà a dismisura l’elettrosmog a causa di miliardi di nuovi trasmettitori, mentre la geoingegneria diventerà ancora più implacabile.
Per gestire tutto il traffico wireless dei contatori intelligenti ed aggiornare costantemente le applicazioni Android di quarta generazione LTE a 4GHz, sono stati elevati i limiti di emissione, mentre, in questo modo, si limitano ulteriormente le nostre capacità di difesa.
Una norma contenuta nel “decreto sviluppo” approvato dal Governo italiano nello scorso ottobre 2012, innalza del 70% i limiti degli impianti di telefonia mobile e del 30% quelli di radio e televisioni. Sarà così possibile navigare in Internet con il proprio smartphone e questo porterà ad una “necessaria invasione” di nuove antenne. Sulla scorta di ciò, verranno installati 15-20.000 nuovi impianti nei prossimi due anni. La bassa frequenza del protocollo 4G LTE vanta ancora più alti “tassi di penetrazione” in edifici e negli organismi viventi, rispetto alle microonde di frequenza più alta. Infine è già prossimo il protocollo 5G.
Il Wi-Fi è utile sia per scopi civili sia per scopi militari. L’implementazione del protocollo di comunicazione 811.G e successivi permette l’impiego di svariate ed innumerevoli tecnologie e tra queste anche l’uso della Smart Dust (polvere intelligente), verso la quale si sono mostrati entusiasti meteorologi, militari ed aziende impegnate nelle tecnologie satellitari ad uso civile e militare.
I campi elettromagnetici disturbano la funzionalità della ghiandola Pineale
La ghiandola pineale è una piccola parte del sistema endocrino del corpo che si trova tra i due emisferi del cervello. Questa particolare ghiandola secerne melatonina, che si crede contribuisca al nostro benessere e felicità e che regola il nostro ciclo di sonno/veglia. Si crede anche che la melatonina combatta i radicali liberi che danneggiano i neuroni.
E’ stato documentato che la ghiandola pineale è sensibile a tutti i tipi di campi magnetici, incluso quelli geomagnetici delle tempeste solari (Sun’s solar storms) ed anche estremamente sensibile alla calcificazione dei tessuti, soprattutto se esposta al fluoro (il quale viene anche attratto magneticamente dalla ghiandola pineale), causando una serie di disturbi mentali (mental disorders).
Anche se qualcuno potrebbe non credere che un grande uso di dispositivi come il cellulare, possa causare il cancro e tumori cerebrali, tuttavia va riconosciuta la prova documentata in cui si evince che i dispositivi elettronici possono perturbare la funzione cerebrale. “La International Agency for Research on Cancer (IARC) , Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, classifica i campi elettromagnetici (EMF) come ‘probabili cancerogeni’ per gli umani; essi possono trasformare le cellule normali in cellule cancerogene.” (fonte)
Tra le ricerche condotte sugli effetti dell’EMF (campo elettromagnetico) troviamo uno studio condotto da Bary W. Wilson ed altri. Con le loro scoperte pubblicate nel Journal of Pineal Research, Wilson & co. hanno esaminato i possibili effetti negli esseri umani, sulla funzione della ghiandola pineale, a seguito di una esposizione ad un campo elettromagnetico di 60-Hz. Nello studio, i ricercatori hanno misurato la secrezione urinaria della 6-sulfatossimelatonina,6-OHMS, un metabolite urinario stabile della melatonina, ormone pineale; l’hanno misurata in 42 individui che avevano usato delle coperte elettriche a filo polimero continuo (CPW) e convenzionali, per la durata di 8 settimane.
Cosi riportano i ricercatori:
“I volontari che avevano usato le coperte elettriche convenzionali, non mostravano variazioni nella secrezione di 6-OHMS, sia come gruppo che come individui durante il periodo della ricerca. 7 dei 28 Volontari che avevano usato le coperte CPW mostravano cambi significativi nella secrezione media notturna della 6-OHMS . Le coperte CPW si accendevano e spegnevano circa due volte, quando in uso, producendo campi magnetici che erano di ca il 50% piu’ forti di quelli provenienti dalle coperte convenzionali. Sulla base di queste scoperte, ipotizziamo che la esposizione periodica alla corrente continua e alla elettricità di estrema bassa frequenza o a campi magnetici di sufficiente intensità e durata, possano avere, in certi individui, delle conseguenze sulla funzione della ghiandola pineale -Wilson et al. (Journal of Pineal Research)
Un altro studio è stato fatto alla Università di Berna, Svizzera, sugli effetti dei campi magnetici di 16.7 Hz, sulla secrezione di 6-OHMS. Questo studio si è basato sulla comparazione dei livelli di 6-OHMS di 108 maschi, ferrovieri, durante i loro periodi di non lavoro e nei giorni dopo l’inizio del servizio sui motori azionati elettricamente o mentre lavoravano sotto le linee di trasmissione.
Sono stati trovati elementi simili:
“I risultati supportano la ipotesi che campi magnetici di 16.7 Hz alterino la secrezione della 6-OHMS negli umani esposti a campi magnetici”- Pfluger DH et al. (National Center for Biotechnology Information)
Più recentemente, Malka N. Halgamuge della University of Melbourne in Australia, ha ulteriormente indagato l’effetto sulla ghiandola pineale dei campi elettromagnetici prodotti dall’uomo. Halgamuge afferma nella sua ricerca che la ghiandola pineale riconosce facilmente i campi elettromagnetici come luce; questo fatto porterebbe ad una riduzione della melatonina.
“…I risultati mostrano quanto sia significativo il disturbo sulla melatonina, causa esposizione a campi elettromagnetici deboli, cosa che a lungo termine puo’ portare a conseguenze sulla salute degli umani.”– Malka N. Halgamuge (Oxford Journals)
Riferimenti:
http://efile.mpsc.state.mi.us/efile/docs/13934/0073.pdf
http://brainworldmagazine.com/the-pineal-gland-a-link-to-our-third-eye/
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8912234
http://www.newscientist.com/article/dn13769-does-the-earths-magnetic-field-cause-suicides.html
http://www.newscientist.com/article/mg19626344.900-is-the-seat-of-the-soul-in-the-brain.html
Traduzione da http://thelivingspirits.net di Cristina Bassi
Effetti dell’elettricità ambientale sui sistemi viventi
I campi elettrici ambientali da linee ad alta tensione e apparecchiature pulsano a 60 Hz negli U.S.A. e a 50 Hz in Europa. Nessuna delle due è naturale per gli organismi viventi che si sono sviluppati in una varietà di campi elettromagnetici e magnetici. Per questo motivo i ricercatori hanno investigato sia i campi naturali che quelli amplificati.
Dei ricercatori del Pacific Northwest Laboratory hanno trovato che il campo di 60 Hz disturba il ritmo normale della ghiandola pineale nei ratti, misurato con il rilascio della melatonina. I ritmi venivano reintegrati in meno di tre giorni dopo l’esposizione.
Dei ricercatori inglesi hanno trovato che dei campi intensi a 5Hz alterano l’umore e le capacità verbali e di ragionamento, però solo dopo il secondo giorno. l ratti sono in grado di rivelare campi verticali di 60 Hz. Quando dei ratti femmina venivano esposte ai campi prima della gravidanza, la loro prole era meno fertile. I piccoli nati da maiali che erano stati esposti a dei campi di 60 Hz prima del parto mostravano una incidenza di malformazioni maggiore del normale.
LA NOSTRA MADRE TERRA
La Terra in quanto tale, dal punto di vista elettromagnetico è un’armatura negativa di un enorme condensatore il cui polo positivo è il cosmo stesso. L’armatura negativa della Terra si carica e scarica continuamente mediante i temporali che solo circa 2000 al secondo su tutto il pianeta. L’amperaggio di questa armatura è molto basso, circa 1800 ampères. Avendo ciò in mente, che cioè l’uomo e tutti gli esseri viventi formano e vivono in un enorme condensatore di energia, questo è il nostro pianeta, si può già comprendere il potenziale dannoso di apparecchiature divenute potentissime che ne alterano campi elettromagnetici.
Per quanto riguarda le radiazioni provenienti dalla crosta terrestre sappiamo oggi che esistono due tipi diversi di onde: a) le onde di Schumann che sono di fondamentale importanza per l’esistenza armonica degli esseri umani sul pianeta. Sono onde a brevissimo raggio e di elevata intensità da frequenze di 1hz a circa 1000hz e sono prodotte dalla terra come emissione naturale del suo corpo. Tali onde sono indispensabili all’equilibrio del sistema nervoso centrale e soprattutto al sistema periferico. Sappiamo oggi con certezza che l’eliminazione delle onde Schumann crea tutta una serie di sintomi e disturbi quali, cefalee, nausea, stanchezza, disturbi di assorbimento, alterazione dei livelli ormonali, abbassamento del sistema immunitario, minore resistenza ai virus. Le onde Schumann vengono bloccate, ad esempio, dalle enormi estensioni di strade asfaltate delle città e dall’uso indiscriminato del cemento. L’asfalto e il cemento bloccano artificialmente le onde della terra ed hanno un effetto isolante dalla crosta terrestre che non è più in grado di emanare i suoi effetti benefici per gli esseri urbani … Per chi vive in città è necessario quindi poter restare almeno due o tre giorni alla settimana in contatto con la natura, lungo corsi d’acqua o nei boschi per riequilibrarsi mediante le onde Schumann libere, fondamentali al nostro sistema nervoso e alla nostra vitalità. Esistono altri tipi di onde prodotte dalla Terra di cui bisogna conoscere la struttura perché possono avere effetti nocivi. Si tratta delle onde prodotte da acque sotterranee, faglie geologiche che emettono raggi gamma e neutroni, giacimenti sotterranei di carbonio – petrolio – gas naturali i quali modificano il campo radioattivo della terra e i campi magnetici reticolari di Hartmann e Curry. I campi reticolari sono costituiti da fasce di diametro di circa 30 cm. circa che circondano la terra da nord a sud con intervalli regolari di circa due metri uno dall’altro e in senso est ovest a circa 2,5 metri uno dall’altro. Il raggio d’azione di questo reticolo arriva sino alla stratosfera. Gli incroci, i nodi di incrocio delle fasce elettromagnetiche possono essere dannosi. L’effetto negativo viene amplificato se nello stesso spazio abbiamo corsi d’acqua o giacimenti o falde. E’ possibile e importante conoscere la struttura reticolare facendoci aiutare da un rabdomante, da radioestesisti o con apparecchiature capaci di registrare i campi reticolari e misurarne l’intensità per organizzare la propria casa evitando almeno di dormire su un nodo reticolare ad alta intensità. Dal punto di vista medico nessuna malattia può essere curata definitivamente se il soggetto vive in una situazione elettromagnetica negativa.
CAMPI ELETTROMAGNETICI ARTIFICIALI
Oltre alle radiazioni create dalle correnti elettriche il nostro corpo è sottoposto quotidianamente anche a radiazioni da onde ad alte o altissime frequenze, da 10Khz fino a 3x10khz, create da onde radio, onde televisive, onde radar, radiazioni U.V., raggi X e altri usati dalla diagnostica medica, radio amatori, sistemi V.H.F., satelliti, forni a microonde. Tutte queste onde sono state verificate ed hanno una penetrazione nei nostri tessuti da 1 a 4 cm. con interferenza in particolare sui tessuti del midollo spinale, dell’occhio e del sistema nervoso, e particolarmente disturbanti nei tessuti in crescita, nei bambini.
I consigli del medico
Vediamo nel nostro quotidiano come possiamo proteggerci e migliorare le nostre condizioni ambientali. La nostra casa dovrebbe essere lontano da fonti elettromagnetiche potenti (radar, emittenti radio e TV, linee ad alta tensione …). L’impianto elettrico deve avere la messa a terra, antenne, cavi, televisioni telefono debbono stare ad almeno 4,5 metri dal letto. Dobbiamo conoscere ed evitare i nodi reticolari per la posizione del letto. Pochi oggetti metallici, poco cemento, pochi materiali sintetici e isolanti chimici, molto legno. Evitare grosse superfici di specchi nella stanza da letto. Come abitudini individuali il medico suggerisce di camminare il più possibile usando scarpe di cuoio e fibre naturali per i vestiti (cotone, seta), tenere piante in casa e aprire spesso le finestre, utilizzare lampade a spettro totale e non al neon, utilizzare cristalli di quarzo per l’assorbimento di onde elettromagnetiche provenienti da televisioni, telefoni cellulari o computer. Pannelli di sughero possono isolare pareti che stanno a fianco di grosse trasmittenti di cavi ad alta tensione e che potrebbero interferire sui corpi fino a una distanza di 300/400 metri. E’ importante cominciare a responsabilizzarsi sul nostro modo di vivere per essere più in armonia ed evitare o ridurre le implicazioni nocive alla salute, per evitare gli stress geopatici ed elettrici.
Fonte http://www.medicinaecologica.it/Notizie-%20Campi%20Elettromagnetici.html
LA FREGATURA DELLE LAMPADINE A BASSO CONSUMO
La retorica della lampadina fluorescente continua. Da più di un decennio continuiamo ad attribuirle un ruolo salvifico nella lotta ai cambiamenti climatici, senza renderci conto delle innumerevoli problematiche sotto il profilo della salute e dello stesso ambiente.
Ma a quale costo?
Le lampadine fluorescenti compatte -CFL-(note come lampadine a basso consumo energetico) possono infatti provocare invece ulteriori gravi danni a fasce di popolazione affette da patologie quali il Lupus, forme di dermatite o eczema, elettrosensitività, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria, e molte altre ancora che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all’illuminazione a basso consumo.
Queste beneamate lampadine, distribuite a destra e manca da associazioni ambientaliste e da fornitori di energia elettrica (già questo dovrebbe far pensare), presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche, il mercurio e le radiazioni UV. Riportiamo uno stralcio dell’articolo pubblicato su Il consapevole e la rivista Icaro.
Radiazioni Elettromagnetiche
Misurazioni eseguite dimostrano che le LFC generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro di distanza (1). Il centro indipendente di ricerche francese CRIIREM (Centre de recherche et d´information sur les rayonnements e’lectromagne’tiques) sconsiglia pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie (2). La messa al bando delle lampadine ad incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche.
Esistono, inoltre, indicazioni che il campo elettromagnetico generato dalle LFC può viaggiare all’interno dei cavi elettrici esponendo le persone alla così detta “elettricità sporca” in tutta l’abitazione. Uno studio pubblicato nel giugno del 2008 dall’American Journal of Industrial Medicine segnalava che questa elettricità sporca aumenta di 5 volte il rischio di contrarre il cancro (3). L’effetto dannoso dell’elettricità sporca è stato evidenziato anche dalle ricerche condotte dalla ricercatrice canadese Marta Havas (4).
Le lampade alogene a basso voltaggio (12V) possono anch’esse essere dannose a causa del campo elettromagnetico generato dal trasformatore. Ciò succede in particolare con le radiazioni emesse dai “trasformatori elettronici” che possono contaminare anche le condutture generando elettricità sporca.
Le lampade alogene a 220 V non hanno invece questo effetto.
Mercurio
Le LFC contengono da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. Sebbene si dica che le LFC hanno un basso contenuto di mercurio, questo quantitativo è più che sufficiente a causare seri danni alla salute. In modo particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i bambini piccoli, poichil mercurio influisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato.
Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso consumo si rompe i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane dalla rottura (5). Le lampadine che non vengano smaltite correttamente potrebbero rompersi nei camion della spazzatura, diffondendo i vapori di mercurio sulla città, o finire nelle discariche dove il mercurio può contaminare aria, acqua e suolo. Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza ed il conseguente aumento dell’utilizzo delle LFC porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente nelle nostre case e nelle nostre strade.
Radiazioni-UV
Le LFC senza il doppio guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. E’ ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (i.e. tumore della pelle) e per gli occhi (i.e. cataratta). Diversi studi, infatti, dimostrano che le lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della pelle (6).
Ulteriori problemi
Altri problemi correlati all’uso delle LFC comprendono il tremolio della luce — che può provocare mal di testa, affaticamento della vista e problemi di concentrazione (9) — e l’alta percentuale della componente blu della luce che, come e’ risaputo, diminuisce la produzione di melatonina, che a sua volta può causare disturbi del sonno, tumori, attacchi di cuore.
Fonte: http://www.aamterranuova.it
E I LED ??
I diodi ad emissione luminosa meglio noti come luci LED sono oggi ampiamente usati per gli schermi delle TV dei computer, laptop, tablets e per tutti gli apparecchi di simile uso e funzione (cellulari ed altri), e comporteranno un futuro aumento pro capite del consumo di luce.
Le luci bianche LED sono caratterizzate da una notevole presenza della componenti cromatiche blu, cosa che fa la differenza. Le cellule gangliari della retina infatti sono molto sensibili alla luce ad onda corta (blu e blu-verde): di conseguenza l’esposizione notturna alla luce LED è di fatto più deleteria per il ritmo circadiano, la secrezione di melatonina e il sonno di quanto non lo siano le lampadine ad incandescenza.
Ma le luci LED potrebbero anche apportare alcune soluzioni. Una lampada a luce bianca LED può comprendere anche luci LED colorate, così che diventa facile controllare non solo l’intensità della luce, ma anche la composizione cromatica. Gli effetti negativi della luce durante la notte sul sonno e sul ritmo circadiano potrebbero essere ridotti sostituendo le tonalità luminose blu-verdi con quelle che virano verso il rosso o l’arancio dopo il tramonto. Sfortunatamente, l’uso corrente di questo nuove possibilità del controllo delle tonalità luminose è spesso impiegato a fini sbagliati: alcune compagnie aeree per esempio durante la notte creano l’effetto “luce soffusa” nelle cabine con luce blu monocromatica, il colore “migliore” per sopprimere il rilascio di melatonina e per alterare il sonno.
Riferimenti
di Luciano Benvenuti
Neuro-mania. Il cervello non spiega chi siamo
Fonte: Recensione tratta da Il Sole-24 Ore sezione: SCIENZA E FILOSOFIA data: 2009-03-15 - pag: 32
Attenti ai neuromaniaci!
Arte, economia, etica, medicina: tutto sembra dover passare per una definizione biologistica. Ma la vita non è riducibile a geni e sinapsi di Paolo Legrenzi e Carlo Umiltà
Nel 1861 un neurologo francese Paul Broca, descrisse un paziente che, in seguito a una lesione cerebrale, riusciva a dire solo «tan». Dopo la morte del paziente, l’esame autoptico rivelò una lesione in una porzione limitata del lobo frontale di sinistra. L’osservazione di Broca fu considerata la prima chiara dimostrazione di due principi sui quali si sarebbero poi basate, più di 100 anni dopo, le neuroimmagini: il cervello (la corteccia cerebrale, per essere precisi) è scomponibile in tante porzioni (aree) che svolgono funzioni diverse e queste funzioni sono indipendenti le une dalle altre, sono isolabili. Nel caso del paziente che sapeva dire solo «tan», la funzione era la produzione della parola ed era stata isolata, in negativo, dalla lesione. Le funzioni mentali sono l’oggetto di studio degli psicologi, non degli economisti e neppure dei neuroscienziati. Il termine «neuroeconomia» sottintende, più o meno esplicitamente, l’esclusione degli psicologi. In assenza degli psicologi, è legittimo chiedersi chi mai, nelle ricerche di neuroeconomia, indicherà quali siano le funzioni mentali rilevanti per l’economia le cui basi nervose si dovrebbero indagare. Se i neuroscienziati e/o gli economisti intendono sostituirsi agli psicologi nell’indagare le funzioni mentali, senza possedere la competenza specifica necessaria, la neuroeconomia non andrà molto lontano. Già Gall aveva cercato di inventarsi una psicologia e aveva prodotto la frenologia. Questa osservazione vale, ovviamente, anche per la neuroestetica, la neuropedagogia, la neuroteologia… La contrapposizione che abbiamo oggi tra «nuda vita», la vita biologica comune a tutti gli esseri viventi (in greco: zoé), e la forma di vita di una specifica persona ( bios) non era mai emersa prima in modo così drammatico. Ma compare anche in contesti meno tragici. Dov’è il confine, per uno sportivo, tra una droga e una medicina? Possiamo cercare di incrementare il nostro fascino cambiando il corpo (ad esempio con la chirurgia plastica e altro) grazie a tecnologie mediche? Quando «diventiamo» altro da noi, quando abbiamo cambiato troppo la nostra identità corporea? Possiamo incrementare tramite farmaci o droghe le nostre esperienze e le nostre capacità mentali. Ma dov’è il confine tra «curato » e «drogato»? Di fronte a tali quesiti, nuovi e difficili, la tentazione di tornare all’antico è forte. L’antico in questo caso è la coppia mente-corpo, con il corpo come sistema di riferimento privilegiato. Lo schema tradizionale consiste nell’affidarsi alle condizioni biologiche del corpo per fondare una regola di intervento e, se dobbiamo derogarvi, nel ricorrere a circostanze specifiche (attenuando l’applicazione del criterio per ragioni manitarie). Adottare questo schema nelle condizioni tecnologiche odierne può essere assai pericoloso e fuorviante. Sembra ovvio ricorrere alle scoperte della genetica per definire il passaggio da feto a persona, ed è in termini biologici che si può fissare il momento in cui un vecchio torna a essere solo corpo e non più persona. Nel fare così, tuttavia, non ci accorgiamo delle conseguenze devastanti di quello che decidiamo di «dare per scontato» (il default). Nulla ci impedirebbe di fare un’operazione contraria. Dare per scontato che il metro di misura sia il benessere di una persona, benessere non solo corporale ma anche psichico, e utilizzare poi questo criterio per definire il benessere nel suo complesso. Non è una differenza da poco. In questo secondo caso il benessere è la figura, mentre le condizioni del corpo costituiscono lo sfondo. Ad esempio, se voi vi concentrate sul benessere, potete dare per scontato che, dopo la sua morte, qualsiasi persona sia un donatore di organi. Al contrario, se vi concentrate sul corpo, avete bisogno di un assenso concesso preventivamente in circostanze diverse (quando il morto era vivo). Le conseguenze pratiche di quello che diamo per scontato, a parità di credenze e di culture, sono drammatiche. Basta vedere quello che succede in Austria, dove è stato adottato il primo criterio, e in Germania, dove è stato adottato il secondo (la differenza percentuale di donatori di organi, all’insaputa dei donatori stessi, è dell’ordine del 90%, solo in conseguenza dell’adozione di un diverso default). Adottare le condizioni del corpo, nella difesa dei confini di una persona, si rivela talvolta controproducente, e può sfociare in esiti paradossali. Il caso delle scelte della chiesa cattolica è forse quello più macroscopico e noto ai più. In ossequio ai tempi, affascinata dagli sviluppi tecnologici, la chiesa tende inconsapevolmente ad abbandonare la saggezza antica, fatta di carità e solidarietà. Ovviamente non si tratta di una scelta deliberata. Al contrario è inconsapevole, come in tutti i casi in cui entra in azione il meccanismo di default. 1 L’articolo qui pubblicato esprime le tesi di fondo sviluppate da Paolo Legrenzi e Carlo Umiltà nel loro pamphlet «Neuro-mania. Il cervello non spiega chi siamo», in libreria in questi giorni per le edizioni de il Mulino (Bologna, pagg. 126, € 9,00).
Da: La Repubblica delle Donne 20 gennaio 2009
La ragione batte sempre più spesso il sentimento. Provoca furori. Innesca violenze. L'analfabetismo del cuore ci rende stupidi e insensibili? È ora di ridare potere alle emozioni
di Daniela Condorelli
Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Chiamale passioni, sentimenti, affettività, stati d'animo, turbamenti della mente. Ma chiamale. Dà loro un nome. Non celarle. O allora sì, ti scoppieranno in mano e ne sarai sopraffatto. La storia della scissione tra ragione e sentimento ha radici millenarie e non ce ne siamo ancora liberati. A partire dalle prime leggi, il Codice di Hammurabi, i Dieci Comandamenti, l'uomo ha tentato di addomesticare la vita emozionale e sottometterla a quella razionale. La stessa definizione della nostra specie, homo sapiens, è fuorviante. L'uomo è prima di tutto homo sentiens, homo patiens. Abbiamo due menti: una che pensa e l'altra che sente, che variano lungo un gradiente continuo. Eppure le emozioni vengono considerate con fastidio e vergogna: debolezze inutili, impulsi da reprimere, residui di un passato animale. "Per l'uomo contemporaneo, le emozioni sono sinonimo di incapacità di controllare la realtà, sottometterla al proprio volere", spiega il sociologo Bernardo Cattarinussi, docente all'Università di Udine, autore, per Franco Angeli, di Sentimenti, passioni, emozioni. Di quest'individuo post-moderno incapace di relazione e privo di emotività fa un'analisi puntuale Elena Pulcini, docente di filosofia politica all'Università di Firenze, nel saggio L'individuo senza passioni (Bollati Boringhieri) evidenziando come alle passioni si sia oggi sostituita l'apatia, l'indifferenza. Cresciamo succubi di quelle che i sociologi chiamano feeling rules, le norme di espressione che indicano il consenso sociale che prescrive quali sentimenti possano essere espressi e come. Una norma di espressione fondamentale consiste nel minimizzare l'esibizione dei sentimenti: la buona educazione tiene a bada le emozioni. Si avverte l'emozione, ma ci si allena a contenerla, a mascherarla perché non traspaia. È il cartesiano cogito ergo sum, il substrato di quest'impostazione culturale. "Il pensiero è autosufficiente, trova in se stesso la sua validità ed è proprio il controllo razionale della componente emotiva a definire l'essere umano", sottolinea Cattarinussi. Così, impregnati di questo principio, siamo emotivamente ignoranti. Incapaci di riconoscere i sentimenti altrui, incapaci di empatia. Incapaci di sintonizzare il cuore con il pensiero e il pensiero con i gesti. Due terzi degli italiani sono convinti che sia meglio fidarsi di un ragionamento piuttosto che di un sentimento e il 96 per cento sostiene che l'irrazionalità delle passioni non deve entrare nelle decisioni, dicono le ricerche sociologiche più recenti. Ma il costo sociale della sordità emozionale è elevato. L'emozione trattenuta crea pericolose riserve di tristezza e rabbia inespresse. Ecco allora la depressione crescente e la violenza che rasenta estremi di follia. Come quelle esplosioni di odio che armano le mani degli adolescenti. Con lucida preveggenza, forte dell'esperienza statunitense, Daniel Goleman, nella prefazione all'edizione italiana del suo Intelligenza emotiva (Bur Saggi) caldeggia una maggior attenzione alla competenza emozionale, sprona i genitori a occuparsi delle abilità del cuore proprie e dei figli. Sì perché, è convinto Goleman, le cronache quotidiane sulla disintegrazione della civiltà e il venir meno della sicurezza non fanno che ritrarre, amplificandola, l'incapacità emotiva che regna nelle nostre famiglie. Educare all'emozione. Sono gli insegnamenti emozionali che riceviamo da bambini a plasmare i nostri circuiti emozionali. "L'infanzia e l'adolescenza offrono opportunità fondamentali per stabilire le inclinazioni emozionali che governeranno la nostra vita", sottolinea Goleman. Tanto che negli States esistono programmi di alfabetizzazione emozionale che insegnano le capacità interpersonali essenziali, le ragioni del cuore. Al Nueva Learning Center di San Francisco si tengono lezioni di Scienza del Sé. L'argomento sono i sentimenti, propri e altrui. All'appello del mattino, invece di rispondere presente, gli allievi dicono come si sentono: eccitati, giù di corda, nervosi, pieni di energia, arrabbiati. Se i giovani non sanno provare emozioni (il ricordo della lucidità con cui la quindicenne matricida Erika ha sostenuto decine di colloqui senza alcun cedimento emotivo è ancora vivido), se non sanno gestire le emozioni e quando le incontrano ne vengono sopraffatti, è perché noi non abbiamo insegnato loro a riconoscerle, a convivere con i turbamenti dell'anima, a dar loro il giusto peso. Quante volte, forti delle più moderne teorie di psicopedagogia, abbiamo spiegato ad un bambino il motivo di un divieto, dato un nome e una risposta ai suoi perché, etichettato, catalogato, razionalizzato i suoi dubbi. Quante volte, invece, abbiamo interpretato i suoi sentimenti? "Se riesci a tradurre in parole ciò che senti, ti appartiene", scrive Henry Roth in Chiamalo sonno. Daniel Stern, psichiatra statunitense che ha videoregistrato per ore le modalità di relazione tramadri e figli parla di sintonizzazione, come di uno strumento con cui l'adulto comunica al bambino di percepire i suoi sentimenti, rispecchiandoli. Ma come diventare validi educatori emozionali se noi stessi non coltiviamo la nostra intelligenza emotiva? Un padre desintonizzato dalla propria tristezza come può aiutare il figlio a comprendere la differenza tra il dolore per una perdita, la malinconia di un film strappalacrime, la frustrazione di un fallimento, la scossa emotiva di fronte a una tragedia di cronaca. Un'assenza prolungata di sintonizzazione ha costi emozionali enormi: il bambino evita di mostrare emozioni e forse anche di provarle. E così cresce con gravi mancanze: non sa cosa siano l'empatia, l'autocontrollo, la capacità di gestire la rabbia. È alla mercé dell'impulso, cioè dello strumento dell'emozione, di ciò che preme per sfociare nell'azione, nel gesto incontrollato. Si arriva così a quell'"abisso dei ragazzi perbene" descritto da Umberto Galimberti su Repubblica all'indomani dell'omicidio di Novi Ligure. C'è qualcosa che stona. Perché questi episodi scoppiano in habitat borghesi? Perché in una villetta della riviera e non in un casermone alla periferia di una metropoli, là dove la violenza efferata non fa più notizia? Paradossalmente, dove il disagio è maggiore non si hanno remore a sfogare le emozioni: il contatto con il dolore, la rabbia, l'aggressività, è quotidiano. I sentimenti non sono contenuti, ma gridati; tutto manca fuorché l'ipercontrollo. Nelle famiglie "perbene", invece, dove i problemi si affrontano a bassa voce, dove non si ride e non si piange perché "non sta bene", dove esprimere i sentimenti non è politically correct, il rancore cova. All'inizio è calma piatta, tutto sembra andare per il verso giusto e dietro la maschera delle buone maniere è difficile leggere il disagio. Poi, però, accade l'imprevedibile: il cuore si infiamma, diventando ingovernabile e allora "tutto esplode", scrive Galimberti, "la razionalità mai diluita nell'emozione, la difesa delle buone maniere che fanno tutt'uno con l'insincerità, la noia che, come un macigno, comprime la vita emotiva". C'è un'ampia letteratura che ci insegna come trasformare quest'improvvisa esplosione di passioni in energia vitale. Dal best-seller Donne che non hanno paura del fuoco (Frassinelli) in cui Mary Valentis e Anne Devane spiegano come rendere positiva la rabbia femminile, al recentissimo saggio del rabbino Nilton Bonder La teoria della felicità emotiva (Sperling and Kupfer) che ci conduce al nocciolo delle emozioni negative per trasformarle in strumenti di felicità. L'importante è prendere atto della nostra ignoranza emotiva, essere consapevoli delle feeling rules che abbiamo assorbito dalla società. Le citano Erika Chopich e Margareth Paul, nel loro Cura il tuo bambino interiore (Lyra). "Non percepire e non parlare delle tue emozioni" e poi "non provocare rotture nel sistema, crescendo o cambiando" e ancora "mostra sempre un'espressione positiva, comunque tu ti senta". In altre parole, secondo le autrici, coltiva solo la parte adulta, dimenticando il bambino che è in te e proteggendoti dalla possibilità di provare emozioni. Non importa se così ti perdi l'essenziale. Perché, ci insegna Saint Exupéry nel suo illuminante Piccolo Principe: "Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi". Nell'amicizia la scoperta di sé Epicuro annovera l'amicizia tra i piaceri puri perché, a differenza dell'amore, è scevra dal dolore Risponde Umberto Galimberti
Il nostro tempo è caratterizzato o da solitudini di massa, ciascuno davanti al suo computer, vittime di bulimia informatica per non perdere neppure un frammento di mondo, o adunate di massa in occasione di concerti, o davanti a maxischermi per le partite di calcio, o in piazza San Pietro ad applaudire parole di fede o di speranza, ma non più l'amicizia, che è quel rapporto duale che evita alla solitudine di impazzire e alla gran massa di affogarci. Oggi "amicizia" è diventata una parola che cataloga amori che non si vogliono svelare, rapporti coniugali resi esangui dalla quotidianità, conoscenze utili a scambi di favori, relazioni ipocrite che un giorno possono rivelarsi vantaggiose. Nulla di più, nulla di autentico, ma soprattutto nulla che possa dare espressione a quel bisogno di narrazione, di racconto, di immaginazione, di allusione, di cui si nutre la nostra anima quando nei fatti vuol trovare dei significati, nel dolore un argine, nella gioia una comunicazione, nella monotonia della ripetizione un lampo di novità.
Il Corriere della Sera
La Repubblica
di Pur impegnandoci al meglio delle nostre capacità per pronosticare l'esito del nostro agire, abbiamo scarso controllo sul dispiegarsi degli avvenimenti esterni. Tuttavia, possiamo sempre scegliere di adottare una motivazione altruistica per cercare di contribuire maggiormente a un esito positivo. E' dunque necessario controllare e ricontrollare le nostre motivazioni, come spiega il Dalai Lama: «Siamo di larghe vedute o siamo miopi? Stiamo prendendo in considerazione la situazione nel suo insieme o ne stiamo considerando soltanto gli aspetti marginali? La nostra ottica è a lungo termine o soltanto sul breve periodo? La nostra motivazione è genuinamente compassionevole? La nostra compassione si limita soltanto alle nostre famiglie, ai nostri amici e a coloro con i quali ci identifichiamo più da vicino? Dobbiamo pensare, pensare e ancora pensare». Un essere umano dotato di amorevole gentilezza, compassione e saggezza agirà naturalmente in modo etico, perché è "buono di cuore". Nel buddismo, un'azione è considerata fondamentalmente non etica allorché è sua finalità procurare sofferenza, mentre è etica se è mirata ad arrecare un autentico benessere al prossimo. E' la motivazione, altruistica o malevola, a qualificare l'azione come "buona" o "cattiva", proprio come un cristallo assume il colore del tessuto sul quale lo si poggia. L'etica influisce altresì sul nostro stesso benessere: far soffrire gli altri arreca sofferenza a noi stessi, o immediatamente o a lungo termine, mentre arrecare gioia al prossimo è una situazione vantaggiosa per tutti, in quanto in definitiva è il modo migliore per assicurarsi la propria felicità. Come hanno scritto lo scienziato e il filosofo Luca e Francesco Cavalli-Sforza, «L'etica nasce come scienza della felicità. Per essere felici, è meglio prendersi cura degli altri o pensare esclusivamente a se stessi?». Dobbiamo essere consapevoli che una "felicità egoistica" non condurrà mai a un benessere genuino, in quanto è una contraddizione in termini. Una delle cause che determinano la sofferenza è l'egoismo e non saremo mai davvero felici se scegliamo di dissociarci dalla felicità del nostro prossimo. Se cerchiamo di perseguire la felicità pensando e agendo egoisticamente a spese del benessere altrui creiamo una situazione in cui ci rimettono tutti. Romain Rolland ha scritto: «Quando l´unico obiettivo della propria vita è la felicità egoistica, la vita è del tutto vana». Il nostro stesso benessere è anch´esso influenzato dalla nostra percezione etica: far soffrire il prossimo farà soffrire noi, o immediatamente o nel lungo periodo. D'altro canto, invece, il miglior modo per assicurarci la felicità, è assicurare quella altrui, mentre reciprocamente essere altruisti è una situazione che comporta benessere per tutti. La gentilezza amorevole e la compassione sono tra le sensazioni più positive e appaganti che l'uomo possa provare, sono emozioni che aiutano inoltre il prossimo poiché ci inducono ad agire in modo da arrecare beneficio a chi ci circonda. Gli studi condotti su centinaia di soggetti hanno rivelato che vi è un'innegabile correlazione tra altruismo e felicità: le persone più altruiste sono in assoluto quelle che appaiono più felici. Naturalmente, sussiste un interrogativo di fondo: quali criteri determinano che cosa significano felicità e sofferenza per gli altri? Forse che offriamo una bottiglia all'ubriaco perché essa lo rende "felice"? O cerchiamo piuttosto di non dargliela e di evitare che egli si accorci la vita? Qui entrano in gioco i concetti di saggezza e di motivazione altruistica: pertanto è estremamente importante distinguere il benessere dal piacere e dalle altre forme di simulata felicità. E' la saggezza a consentirci di distinguere i pensieri e le azioni che contribuiscono all´autentica felicità da quelli che viceversa la distruggono. Aristotele disse che il fine dei fini è la felicità. Ricchezza, piacere, prestigio o potere sono tutti bramati in nome della felicità, ma nel momento stesso in cui ci adoperiamo per conseguirli, dimentichiamo talora il nostro obiettivo, sprechiamo il nostro tempo perseguendo i mezzi come fine a se stessi. In sintesi, manchiamo il nostro obiettivo e ne restiamo profondamente insoddisfatti. Spesso scegliamo mezzi sbagliati per conseguire la felicità, mezzi che procurano frustrazione e sofferenze. Cerchiamo di determinare le condizioni esterne che supponiamo possano assicurarci la felicità e quando le cose vanno male trascorriamo la maggior parte del nostro tempo a cercare di rimediare a queste condizioni esterne. Quantunque le circostanze esterne possano considerevolmente influire sul nostro benessere, è il nostro animo a tradurle in felicità o viceversa in sofferenza. Di fatto, il nostro stato d´animo può passare sopra alle contingenze esterne: possiamo sentirci profondamente infelici "anche se abbiamo tutto" e, viceversa, possiamo rimanere forti e sereni di fronte alle avversità. Gli studi sociali hanno dimostrato che benché le società occidentali stiano diventando sempre più opulente, le loro popolazioni non diventano più felici. Quando la sofferenza provocata da chi omette di agire è superiore a quella provocata dall´azione, occorre risolutamente passare all´azione. Omettere di agire, infatti, equivarrebbe a trascurare la finalità stessa per la quale esiste la regola, ovvero proteggere gli esseri umani dalla sofferenza. Quando ci troviamo di fronte a un dilemma etico, un approccio compassionevole utile impone una lucida analisi della situazione e una motivazione genuinamente altruistica. E' per questo motivo che dobbiamo superare i forti conflitti emotivi che sorgono quando una decisione comporta un sacrificio doloroso o una perdita personale. Alcune recenti ricerche neuroscientifiche dimostrano che le regioni cerebrali associate al ragionamento e al controllo cognitivo sono coinvolte nella risoluzione dei dubbi morali nei quali i valori utilitari richiedono complesse decisioni emotive. La ricerca condotta dal filosofo neuroscienziato Joshua Greene, oggi all´università di Harvard, ha rivelato che considerare simili decisioni comporta una maggiore attività nelle aree cerebrali associate al controllo cognitivo. Queste aree sono in competizione con altre aree cerebrali deputate alle risposte emotive. Greene ipotizza che le reazioni sociali ed emotive che abbiamo ereditato dai nostri antenati primati siano alla base dei divieti assoluti che sono fondamentali per le opinioni dogmatiche come quelle di Immanuel Kant, secondo le quali alcuni limiti morali non andrebbero mai valicati indipendentemente dal bene superiore che si conseguirebbe valicandole. In contrasto, la valutazione imparziale che definisce l'utilitarismo altruistico è resa possibile dalle strutture dei lobi frontali del cervello che si sono sviluppati in tempi più recenti e che favoriscono un controllo cognitivo di livello superiore. Greene osserva: «Se tale ipotesi dovesse dimostrarsi esatta, la paradossale implicazione sarebbe che l´approccio "razionalista" kantiano alla filosofia morale è, psicologicamente parlando, basato non su principi di pura ragione pratica, bensì, su una serie di risposte emotive razionalizzate in seguito». Ciò, in pratica, confermerebbe che una scelta etica altruistica, che consideri in profondità il modo migliore di alleviare le sofferenze altrui, non dovrebbe essere oscurata dalle sofferenze emotive e da pregiudizi personali. Una simile scelta utilitaria non deriva da un calcolo a sangue freddo, ma soltanto da una compassione autentica, avvalorata e rafforzata dalla saggezza. Traduzione di Anna Bissanti.
La Repubblica 02/10/2008 dalla prima pagina e pp.38-39
"La fuga dal lettino di Freud. In America le pillole sostituiscono il divano dello psicanalista" di Simonetta Fiori
Per i "mali dell´anima" si prescrivono sempre più farmaci Soprattutto negli Stati Uniti, dove diminuisce il ricorso alle terapie psicologiche: in dieci anni sono scese dal 44 al 29% Ma in Italia, per ora, l´analisi ha ancora la meglio In America la pillola spodesta la parola. Più facile ricorrere al farmaco che alla psicoterapia. Agli effetti immediati della pasticca, piuttosto che a defatiganti colloqui sul divanetto, s´affidano sempre più gli psichiatri che operano negli Stati Uniti. La tendenza è stata documentata dalla autorevole rivista Archives of General Psychiatry, che ha fornito cifre significative: le cure medico-psicologiche oggi in corso in America soltanto per il 29% si basano sulla terapia della parola, mentre dieci anni fa la percentuale era intorno al 44%. Sempre più numerosi - dice ancora lo studio di Ramin Mojtabai e Mark Olfson - sono gli psichiatri specializzati in terapie farmacologiche e sempre meno quelli attrezzati per la psicoterapia.
In America la pillola spodesta la parola. Più facile ricorrere al farmaco che alla psicoterapia. Agli effetti immediati della pasticca, piuttosto che a defatiganti colloqui sul divanetto, s´affidano sempre più gli psichiatri che operano negli Stati Uniti. La tendenza è stata documentata dalla autorevole rivista Archives of General Psychiatry, che ha fornito cifre significative: le cure medico-psicologiche oggi in corso in America soltanto per il 29% si basano sulla terapia della parola, mentre dieci anni fa la percentuale era intorno al 44%. Sempre più numerosi - dice ancora lo studio di Ramin Mojtabai e Mark Olfson - sono gli psichiatri specializzati in terapie farmacologiche e sempre meno quelli attrezzati per la psicoterapia. Non ammette equivoci il grafico che copre l´intero arco di tempo tra il 1996 e il 2005, analizzato sulla base del funzionamento degli ambulatori medici: se prima il 19% degli psichiatri sceglieva per tutti i pazienti la psicoterapia, ora il numero precipita al 10,8 per cento, quasi la metà. Freud ricacciato in soffitta, come sintetizzano i giornali americani? In realtà le medicine minacciano di liquidare non solo l´analisi più ortodossa, ma oltre le quattrocento varietà di psicoterapia oggi praticate negli Stati Uniti.
La tesi di una ricerca di docenti americani
di Bendict Carey “La Repubblica” p. 39 giovedì 2 ottobre 2008.
C 2008 New York Times News Service Trad. di Anna Bissanti.
COSE DELL'ALTRO MONDO
Addio a James Hillman La sua opera 'Il codice dell'anima' è un best seller internazionale. Il filosofo si è spento a 85 anni nella sua casa di Thompson, nel Connecticut dopo una lunga malattiaDa "La Repubblica.it"
NEW YORK - Lo psicoanalista e filosofo statunitense James Hillman, fondatore della psicologia archetipica e carismatico terapista e autore di bestseller che gli hanno fatto guadagnare il titolo di "poeta dell'anima", è morto ieri nella sua casa di Thompson, nel Connecticut (Usa), all'età di 85 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla moglie Margot McLean-Hillman al "New York Times", precisando che il marito era malato da tempo di un tumore alle ossa.
http://www.youtube.com/watch?v=TakY4iOCWWU
E' morto Steve Jobs, il rivoluzionario dell'hi-tech
Steve Jobs, il 'visionario della Silicon Valley' è morto a 56 anni. Lo scorso 25 agosto aveva annunciato le sue dimissioni irrevocabili da amministratore delegato dell'azienda che ha fondato e che dall'orlo della bancarotta ha portato nell'Olimpo delle grandi. Quarantun giorni dopo è arrivata la tanto temuta quanto attesa notizia. A finirlo è stato quel male che per anni lo ha tormentato e lentamente consumato. Ma che non gli ha impedito di continuare a esercitare la sua straordinaria leadership e genialità. Caratteristiche che lo hanno portato, con le sue invenzioni, a rivoluzionare la vita di milioni di persone.
da L'UNITA' 6 ottobre 2011
Se gli Stati Uniti avessero invaso il Messico, se la Francia avesse occupato l'Algeria, se l'Australia avesse dichiarato guerra alla Papua Nuova Guinea , se il Giappone avesse annesso la Manciuria, se l'Italia tornasse di nuovo in Libia con le cannoniere, se tutto questo fosse successo nell'anno delle Olimpiadi negli Stati Uniti, in Francia, in Australia, in Giappone, in Italia, le Olimpiadi si sarebbero tenute lo stesso in questi Paesi? In nome di cosa? Del WTO? Della globalizzazione? Del consumismo?
Un nero può diventare presidente degli USA! A differenza nostra, l'America sa cambiare.
Candidato del Partito Democratico alla Presidenza degli Stati Uniti, nelle elezioni del 4 novembre ha ottenuto un numero di “grandi elettori” tale da permettergli di insediarsi in qualità di 44° Presidente il 20 gennaio 2009. Ha ricevuto anche le congratulazioni del suo avversario John McCain.
La prima circostanza che gli ha accordato vasta notorietà nazionale è stata la convention democratica del 2004, della quale ha pronunciato il discorso introduttivo. Il 10 febbraio 2007 ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2008. Ora son (quasi) tutti pronti a salire sul carro del vincitore. Ad indossare le penne del pavone; ad osannare; a millantare pronostici azzeccatissimi…che ti dicevo? Te l’avevo detto che vinceva Barack Obama. Era troppo vecchio John McCain. C’era il precedente del segretario di Stato Condoleeza Rice. Da anni si parlava di un nero alla Casa Bianca. Un’ipotesi improponibile sino a qualche anno fa. Poi sussurrata, quindi mormorata ed infine proiettata. Anche i leader politici non solo di casa nostra, che tifavano sfacciatamente per il canuto Mc Cain, hanno esercitato il voltagabbana, Secondo uno stile tipico del cerchiobottista, doppiogiochista, cipollista, banderuola e canna al vento. Ma i giornali, non li abbiamo ancora buttati. Ci sono tutte le loro interviste. I loro pronostici. Una faccia di bronzo da far paura. E dov’è la sorpresa? Ci sembra però opportuno l’intervento del Capo dello Stato, come tantissimi Capi di Stato di tutto il mondo, Giorgio Napoletano che ha evidenziato i valori della pace e della libertà. Valori che il nuovo presidente USA Barack Obama, può benissimo rappresentare e difendere. Anche il presidente del Consiglio dei Ministro, Silvio Berlusconi che nei prossimi giorni incontrerà Obama al meeeting coi Paesi più industrializzati, sulla crisi finanziaria mondiale, ha formulato le congratulation:”Ho lavorato bene con diversi presidenti americani, da Bill Clinton a George Bush. I rapporti dell’Italia con l’America, continueranno a crescere”.
Un’apoteosi, quella di Obama. Un successo così strepitoso da lasciare tutti col fiato sospeso. Stanotte eravamo davanti alla televisione che informava in tempo reale, i nottambuli sugli sviluppi dello spoglio. Si capiva, senza ombra di dubbio, che avrebbe vinto il “nero” sul bianco. Lo Iowa è stato decisivo. A Grant Park, davanti ad oltre 125mila persone che lo acclamavano, Obama ha parlato per la prima volta da vincitore: “Siamo e saremo gli Stati Uniti d’America - ha detto Obama, Ecco in sintesi i punti più importanti del programma economico del nuovo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, preoccupato soprattutto di far ripartire i consumi e l'attività delle aziende nel Paese.
Il rilancio dell'economia partendo dall'industria dell'auto
Investimenti nelle infrastrutture
Sgravi fiscali per la classe media
Emergenza casa
Un fondo da 50 miliardi per le finanze locali
Energia
Commercio
Rating per le carte di credito
Obama: fra "cambiamento" e "non-cambiamento" Il forte entusiasmo del pubblico americano nei confronti di Obama è attribuito in grande misura allo slogan "cambiamento" portato avanti da Obama nel corso delle elezioni generali. Attualmente, l'America si trova di fronte a tante crisi, la gente aspira al cambiamento e spera in generale che Obama possa guidare il paese ad uscire da una situazione difficile. Tuttavia, nel suo discorso di insediamento, Obama non ha giocato la "carta del cambiamento" così frequentemente come durante le elezioni, e ciò preannuncia l'orientamento generale della nuova amministrazione americana. Dal discorso di insediamento di Obama emerge che la nuova amministrazione promuoverà la riforma in vari settori degli affari interni. Attualmente, la sfida maggiore degli Stati Uniti è la devastante crisi finanziaria. In proposito, Obama ha ribadito che "la congiuntura economica richiede che noi applichiamo delle azioni forti e rapide." Il presidente americano ha affermato che aumenterà gli investimenti nelle infrasttrutture per trainare la crescita economica, mentre ha sottolineato che i capitali saranno destinati non solo alla costruzione di strade e ponti, ma anche al sistema scolastico e sanitario e allo sfruttamento delle nuove risorse energetiche, differenziandosi evidentemente dall'amministrazione Bush. Anche nella futura politica estera sono evidenti i cambiamenti dell'amministrazione Obama. Rispetto all'unilateralismo di Bush, Obama ha posto l'accento sulla ricerca di nuove forme di sviluppo delle relazioni con i paesi islamici, sulla base del rispetto reciproco e del mutuo vantaggio, e aumenterà l'assistenza ai paesi poveri. Accusando fortemente l'amministrazione Bush per l' "errore considerevole" della guerra in Iraq, nel suo discorso Obama ha detto che vi porrà fine in futuro, e anche questo è un tema particolarmente seguito. Da un altro punto di vista, nonostante il costante accento posto da Obama sul "cambiamento" durante le elezioni, dopo l'insediamento, questa idea guida sarà gradualmente ridotta. Gli analisti osservano che in considerazione della richiesta degli interessi concreti del paese, il "cambiamento" di Obama avrà dei limiti, e in alcuni aspetti l'amministrazione Obama sarà uguale a quella di Bush, sebbene con un approccio diverso. Dal suo discorso di insediamento questo punto è evidente. All'interno del paese, Obama ha detto che ripristinerà la fiducia del pubblico verso il mercato, eguagliando in questo il precedente atteggiamento di Bush. Entrambe le amministrazioni hanno posto come importante compito attuale l'applicazione delle misure per resistere all'impatto della crisi finanziaria, e i metodi adottati sia da Obama che da Bush sono l'investimento di enormi capitali per il salvataggio del mercato, l'incremento della liquidità del mercato finanziario e il rafforzamento del margine di costruzione delle infrastrutture per promuovere il fabbisogno interno. Quanto alla politica estera, Obama dà grande importanza alla lotta al terrorismo e ha affermato che aumenterà gli stanziamenti in Afghanistan per colpire l'organizzazione di Al-Qaida e le forze armate dei Talebani, in linea con la politica dell'ultimo periodo del mandato Bush. Anche se ha affermato che l'America vuole procedere al dialogo con i paesi ostili, Obama ha detto che "stringerà loro la mano" se "apriranno il pugno", anche qui senza grandi differenze in realtà con la posizione dell'amministrazione Bush. Certamente, sebbene dal discorso di insediamento di Obama si possano intravedere alcuni orientamenti della politica del futuro governo, solo quando inizierà gradualmente ad amministrare l'America, il paese più potente al mondo, il presidente si dedicherà ad applicare veramente le sue idee. La politca e addirittura le idee di Obama potranno essere ulteriormente revisionate secondo la situazione concreta. Gli analisti osservano che la popolazione non potrà vedere immediatamente il vero cambiamento dell'America. Probabilmente è per questo che Obama ha sottolineato nel suo discorso la speranza, il coraggio e la solidarietà, a cui si unisce il sentimento del pubblico, cercando di ottenere ampio sostegno.
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